TIPI ITALIANI 2: Il professor Ermanno Laureti Vignolo

già Docente di Ginecologia e Ostetricia all'Università degli Studi di Padova, medico, scienziato, antivivisezionista e combattente da decenni contro le baronie accademiche. Una storia incredibile...

Come purtroppo si riscontra di giorno in giorno, amaramente, in Italia, la giustizia è un concetto molto relativo. L'idea di legge viene distorta, storpiata, dilaniata e mal interpretata a favore di pochi rispetto a molti. È il caso, già comparso nel numero di Universi di dicembre 1994, del professor Ermanno Laureti Vignolo, noto ostetrico e ginecologo dell'Università degli Studi di Padova, vittima di una vicenda che trascende sotto alcuni aspetti la realtà, sfociando in un'amara, kafkiana ridicolezza.

 

Come sarà facile intuire, quando si parla di gran dottori, baroni universitari, politici, procuratori e quant'altro, è difficile arrogarsi il diritto di sputare sentenze così, senza pensarci, perciò mi perdonerete se non comparirà alcun nome in particolare in queste righe. Ogni fatto, ogni frase, e ogni riflessione, è comunque frutto di ben trent' anni di battaglia legale e morale, che continua ancor oggi, contro un'autorità dispotica e cieca, che ha trovato solo in qualche individuo un appoggio per il nostro malcapitato "eroe", a casa del quale ho letto e consultato una mole spaventosa di ineceppibili documenti.

 

Dopo la laurea del dottor Laureti Vignolo a Roma, con il massimo dei voti e la lode, in Ginecologia, alla fine degli anni '60 il nostro amico era il pupillo del famosissimo professor Alberto Centaro che ottenne la cattedra a Padova. E Laureti, lo seguì. Ma il professor Centaro morì nel luglio 1974 e alla Clinica Ostetrica di Padova giunse, quale Direttore, il professor Antonino Onnis, nipote del Procuratore Capo della Repubblica di Padova dottor Aldo Fais, il cui figlio, Gianfranco, era assistente dello stesso Onnis, suo cugino.

 

E Laureti? Il suo entusiasmo, la sua mente brillante, la sua etica profondissima, la sua insuperabile carica umana e la sua indiscutibile professionalità divennero paradossalmente un ostacolo non solo alla sua carriera, ma anche ai piani “commerciali” di certuni. Ecco, allora, che venne definito una "mela marcia" all'interno dell'apparato burocratico ospedalierouniversitario. Un elemento così atipico e brillante qual era Ermanno Laureti Vignolo, così spudoratamente onesto e capace, bravissimo ostetrico, disinteressato, era "scomodo" all'interno di quel piccolo circolo che si stava creando nell'ambiente di Padova, e, con il tempo, naquero i presupposti per trent'anni di drammatiche battaglie che, è bene ripetere, continuano tutt'ora con l'inerzia e la collusione degli ambienti giudiziari padovani che non agirono neppure difronte a fatti spaventosamente gravi e che consentirono l'escalation delle persecuzioni.

 

Esclusioni dai concorsi, calunnie, tentate concussioni e persecuzioni di qualsiasi tipo divennero l'incubo quotidiano di uno straordinario scienziato che aveva solamente avuto la sfortuna di ritrovarsi un superiore indegno di tale carica. I giornali di Padova (solo quelli locali e regionali avevano azzardato la stesura di qualche articolo riguardo un caso che sarebbe approdato perfino a Strasburgo) si erano dimostrati pronti a dare la loro opinione, a far sentire la voce di Laureti in quella vicenda, ma per quanto? Un giorno. Un unico giorno, per poi lasciare la storia di quell'assurda ingiustizia a sfumare sulle pagine sbiadite di un vecchio quotidiano.

 

Il professor Laureti Vignolo si trovava da solo, a combattere contro una struttura burocratica che lo voleva sottomesso o sacrificato (Agnus Dei); nessun compromesso, nessuna possibilità di trovare l'aiuto necessario nelle autorità (troppo spesso intimidite o inerti), nei media (timorosi per fatti troppo gravi per essere narrati e intimoriti che gli illustri personaggi altolocati coinvolti potessero mettere in atto delle ritorsioni, ingiustamente convinti dell'evidenza che era stata lasciata trasparire dai suoi persecutori: la non credibilità: «Vaneggia», dicevano alla Procura della Repubblica di Padova) o nei colleghi (con le mani sporche tanto quanto quelle dei suoi "aggressori" morali). Hans Ruesch diceva: «Qui tacet mentitur», noi, più grezzamente, scriviamo che chi ha visto e saputo senza intervenire è stato un infame. «Io ero e sono l'attore, ma ho continuato a farlo e lo farò per una battaglia superiore» dice Laureti con orgoglio durante la nostra intervista; ha il sangue che ribolle nelle vene dopo anni vissuti nell'ingiustizia, nell'incomunicabilità, nella calunnia, nella diffamazione. Egli, che ha nelle vene l'ascendenza di Rodrigo Diaz de Vivar, il Cid Campeador, tra i moltissimi personaggi illustri di una nobile famiglia che ha dato un grande contributo per l'indipendenza della Repubblica Argentina nel XIX secolo (e di cui mi mostra con giusta fierezza i reperti e i documenti straordinari), che aveva sempre lottato con le proprie forze per ottenere ogni meritata gratificazione, avrebbe dovuto piegarsi al sistema? Mai.

 

«Ha fatto tremare il palazzo di giustizia» scrive Enzo Bordin su Il Mattino di Padova; ma, si sa, nemmeno Nembo Kid è invulnerabile. Nel 2005 il professor Laureti Vignolo si trovò ad affrontare, oltre e a causa della sua terribile battaglia legale, gravissimi problemi di salute che lo costrinsero alle dimissioni. Il cuore, a differenza dello spirito battagliero, soffriva lo stress di tutti quegli anni spesi ad urlare contro porte chiuse, affrontare spese più ingenti giorno dopo giorno (per le quali il nostro eroe ha dovuto addirittura vendere il castello di Vignolo in Liguria, eredità di famiglia) e logorarsi le meningi riflettendo su una possibile via d'uscita da quell'inferno. Oggi, al professor Ermanno Laureti Vignolo, è stata riconosciuta l'inidoneità totale lavorativa da causa di servizio, documentata dall'apposita Commissione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, dovuta alle vessazioni subìte. Sì, a lui, un ostetrico di grandissimo valore che si è sempre comportato con un'adamantina e rimarchevole etica professionale, aiutando senza fini di lucro tutte le sue pazienti: per questo, ha dovuto lottare contro un ambiente che ha finito per distruggerlo fisicamente, ma non spiritualmente. Persino il Consiglio Superiore della Magistratura scrive di aver letto con attenzione in Commissione Plenaria alcuni atti riguardanti l'incredibile caso Laureti, su proposta della stessa Prima Commissione…

 

Procuratori corrotti e ambigui, giudici compiacenti o distratti, legulei e non avvocati, giornalisti asserviti, omissioni di atti d'ufficio e colloqui rifiutati dalle autorità (appositamente minuscolo, ndr): non è credibile, non dategli retta, dicevano loro, i professoroni, i grandi amministratori della Giustizia, i giornalisti plebei)… Decine, centinaia di piccole tragedie che avrebbero fatto crollare, in ben trent'anni, chiunque. Ma non Ermanno Laureti Vignolo.

 

Costui, con cui ho avuto occasione e onore di parlare molto a lungo, è la dimostrazione di come la caparbietà possa premiare chiunque, al di là della sfortuna e dell'accanimento di chi non sopporta l'onesta. È la dimostrazione di come, alla fine, in una giustizia così sommaria come la nostra, si possa riuscire ad ottenere un minimo di verità.

 

 

 

Il professor Ermanno Laureti Vignolo con il nostro inviato Dario Chiocchetta

 

Laureti, oggi, in virtù di una recente sentenza del Consiglio di Stato che gli dà pienamente ragione e che, di seguito, pubblichiamo integralmente (se ve la raccontassimo noi, non ci credereste!) ha ottenuto un risarcimento morale, il riconoscimento delle sue ragioni e la soddisfazione di aver visto "cadere" i Direttori che l'avevano osteggiato e chi si reggeva sulle corruzioni accumulate negli anni. Ciò che resta nel profondo, però, è il rammarico già espresso in una sua intervista rilasciata al Mattino di Padova quest'anno: «Se la Magistratura padovana avesse dato credito alle mie istanze che partono dal lontano 1977, la Clinica Ostetrica non avrebbe perduto il prestigio goduto in passato in un declino che non vede fine».

 

Dario Chiocchetta
(dario.chiocchetta@universi.it)